Organizzazione scientifica del lavoro
Adam Smith nella sua opera “Indagine sulla
natura e le cause della ricchezza delle nazioni” (An Inquiry into the Nature and Causes of the
Wealth of Nations), pubblicata nel 1776 ,
afferma che la ricchezza di una nazione deriva dal lavoro produttivo in essa svolto, e dalla capacità produttiva di tale
lavoro, ed individua nella suddivisione del lavoro il fattore principale che influisce su tale produttività, portando ad esempio una
fabbrica di spilli.
Ciò pose le
basi alla teoria dell’ organizzazione scientifica del lavoro che Frederick Taylor formulò
nel 1878. Egli propose
un nuovo sistema organizzazione basato sull’attribuzione di compiti prefissati
e ben definiti.
L’analisi approfondita e scientifica dei tempi
di lavoro, dei movimenti degli operatori e degli strumenti usati è indispensabile
per una organizzazione del lavoro efficace.
L’operaio è una parte del meccanismo del lavoro e come tale deve essere esclusivamente
l’esecutore dei compiti assegnati che sono studiati invece da “ingegneri” a cui
vengono affidati compiti non esecutivi ma di progettazione.
Nel 1906,
l'americano Henry Ford mise in
pratica la teoria di Taylor, riorganizzando il lavoro degli operai nell’omonima
fabbrica automobilistica di sua proprietà, sul concetto di catena di montaggio
e divisione dei ruoli.
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